Responsabilità erariale dei docenti: non succede, ma se succede…
L’obbligo di vigilanza e la responsabilità erariale che ne discende rappresentano sicuramente uno degli oneri più gravosi per i docenti. Non solo perché una loro disattenzione può avere conseguenze gravi per gli alunni, ma anche perché la mancata vigilanza può concretizzarsi in condanne a carico del docente stesso. Ora, considerando che la stragrande maggioranza degli insegnanti si ritrova, almeno una volta nel corso della sua carriera, a fare i conti con infortuni da parte degli alunni, si comprende bene quanto la questione non sia affatto da sottovalutare (abbiamo parlato della tendenza a sottovalutare i rischi in un articolo dedicato al bias dell’ottimismo).
Le situazioni più a rischio
Gli infortuni sono spesso legati ad atti improvvisi e imprevedibili, è vero, e possono potenzialmente verificarsi in qualunque momento. Tuttavia ci sono situazioni che necessitano di un’attenzione maggiore da parte dei docenti. Stiamo parlando di ricreazione, cambio dell’ora, spostamenti da un’aula all’altra e, ovviamente, uscita da scuola.
Lo sa bene la professoressa di lettere condannata, nel 2011, ad un risarcimento di 3.000 € in favore del Ministero della Pubblica Istruzione. Lo stesso MI, infatti, era stato condannato al pagamento di 5.550,49 €, in quanto ritenuto responsabile dell’impatto di un alunno contro il portone durante l’uscita di scuola, nel 2004.
Sì, proprio così. La docente è stata condannata nel 2011 per un fatto accaduto sette anni prima e del quale ignorava i risvolti giuridici, come ben si evince dalla sua difesa (per approfondimenti Corte dei Conti, (Calabria) sez. reg. giurisd., 13/04/2011, n.323.).
Una situazione sicuramente spiacevole, quella in cui si è ritrovata la docente, ma del tutto ordinaria. Sono moltissimi, infatti, gli insegnanti che ogni giorno affrontano situazioni simili a quella appena descritta. Incidenti spesso (fortunatamente) di piccola entità possono a distanza di tempo rivelarsi pericolosi per la stabilità e la serenità economica dei docenti. A fronte di risarcimenti di piccola portata, come nel caso appena descritto, bisogna, infatti, considerare il costo delle spese legali. In questi casi ci si avvale, infatti, di legali specializzati in questo tipo di controversie, i cui onorari possono risultare molto rilevanti.
Non mancano, poi, casi di risarcimenti esorbitanti come quello della professoressa di educazione fisica condannata, nel 2016, al pagamento di 500.000 €.
Non succede, ma se succede…un esempio di responsabilità erariale dei docenti
I fatti risalgono al settembre 1988 quando, nel corso di una lezione di educazione fisica, un’alunna si infortuna gravemente, rimanendo da allora in carrozzella. In seguito all’incidente la famiglia della ragazza cita in giudizio la scuola che viene poi condannata al risarcimento. A distanza di anni, la docente viene chiamata in causa perché, secondo la procura contabile, era venuta meno ai suoi doveri istituzionali, con grave negligenza e con relativa responsabilità erariale.
Alla fine di un lungo procedimento e a distanza di oltre venti anni dall’accaduto la docente è stata condannata al pagamento della cifra esorbitante di 3.998.417,50 €, ridotta poi a 500.000 € in appello, nel 2016.
Cifre diverse, stesso calvario
Questi due episodi rappresentano in qualche modo gli estremi entro i quali si collocano le vicende di tanti docenti che ogni giorno si ritrovano, loro malgrado, coinvolti in situazioni simili a quelle descritte fin qui. A prescindere dalla consistenza del risarcimento economico richiesto, infatti, quello che accomuna le due vicende è l’iter attraversato dai docenti nel corso degli anni. Dover sostenere un processo comporta un onere psicologico e economico notevole che si protrae per lunghi periodi (quasi 30 anni per la professoressa di Educazione Fisica) e che finisce spesso con l’esborso di cifre importanti. Nel primo caso citato, ad esempio, le spese legali si vanno ad aggiungere alla cifra contenuta della richiesta di risarcimento. A questo si aggiunga lo stress psicologico ed emotivo che deriva dall’essere sotto processo per comprendere come, in realtà, la condanna al risarcimento sia solo il culmine di una vicenda di per sé mai piacevole.
Entrambi i fatti ci obbligano a riflettere sulla necessità da parte del docente, ma anche del personale addetto alla vigilanza, di costruire un sistema di protezione prima che eventi come quelli descritti si verifichino. Posto che, purtroppo, il rischio non può essere eliminato, la prima cosa che bisogna fare è cercare di attenuarlo, seguendo le procedure e le disposizioni impartite dalla dirigenza scolastica.
Poi, bisogna pensare di individuare una copertura assicurativa di RC patrimoniale che protegga anche dall’onere delle spese legali del giudizio davanti alla magistratura contabile. In pratica è necessario individuare una soluzione pensata specificamente per la categoria dei docenti e degli operatori scolastici che si occupano di vigilanza. Le coperture standardizzate presenti sul mercato non tutelano da queste situazioni, poiché si tratta di prodotti che non rispondono alle specifiche esigenze della categoria.
Ma come poter far fronte all’inefficacia delle polizze presenti sul mercato?
L’aggregazione della domanda può rappresentare la soluzione ottimale per il superamento dei limiti che i prodotti individuali fino ad ora presenti sul mercato hanno dimostrato di avere.
Ovviamente la scuola può e deve avere, in questa operazione, un ruolo centrale. Per saperne di più visita la sezione dedicata al Piano per la gestione dei rischi da vigilanza sugli alunni oppure iscriviti all’Area Riservata.
Il team di Logica