Linee guida ANAC sulle stazione appaltanti: cosa cambia per le scuole?
Di recente si è tenuto un webinar (qui trovate il calendario dei nostri eventi) sul tema attualissimo delle novità evidenziate dalle Linee Guida dell’ANAC sulle stazioni appaltanti, messe in consultazione fino al prossimo 22 maggio.
L’impatto sulle scuole e sugli Enti Pubblici in generale sarà notevole dal momento che la delibera ANAC n. 141 del 30 marzo 2022 mira a ridurre drasticamente il numero di stazioni appaltanti che ad oggi si attesta intorno alle 36.000.
Gli obiettivi delle nuove linee guida dell’ANAC
L’obiettivo di fondo non è soltanto quello di razionalizzare l’organizzazione delle stazion appaltanti ma anche quello di rafforzare e qualificare le stesse, arginando deficit organizzativi e di professionalità dovuti all’eccessiva frammentazione.
Sempre con il fine di innalzare il livello di qualità è prevista l’applicazione di criteri di efficienza e professionalizzazione nonché l’ottimizzazione dell’anagrafe unica delle stazioniappaltanti (AUSA).
Per quanto gli obiettivi siano ben definiti ad apparire meno chiara è la situazione specifica delle scuole, che rappresentano, ancora una volta, un caso a parte nel panorama delle Pubbliche Amministrazioni. Molti Istituti, infatti, si stanno chiedendo se sia opportuno provare a candidarsi per ottenere la qualifica di stazione appaltante. Da dove nascono i dubbi?
Stazioni appaltanti: i requisiti di qualificazione
Innanzitutto i criteri di base previsti per la qualificazione degli enti come stazioni appaltanti
sono molto stringenti.
- In primo luogo sono richieste strutture organizzative stabili deputate allo svolgimento delle attività che caratterizzano il processo di acquisizione di beni, servizi o lavori. Da questo punto di vista le scuole possono contare sugli uffici di segreteria che però non sono impegnati in via esclusiva su questo tipo di attività.
- Stesso discorso sul fronte del personale. Uno dei requisiti riguarda proprio la presenza di dipendenti con specifiche competenze in relazione alle attività da svolgere. I Direttori Amministrativi, per quanto qualificati, non posseggono tutte le competenze necessarie (legali, statistico matematiche, conoscenza specialistica della materia oggetto della procedura negoziale etc.) e/o non possono contare su un’organizzazione strutturata delle risorse umane presenti in segreteria.
- Tra i criteri da rispettare è richiesta anche la precedente attivazione di gare europee, un’esperienza che ovviamente non tutte le scuole possono vantare.
- Inoltre, per ottenere la qualifica, è necessario dimostrare di aver sempre rispettato i tempi di pagamento di imprese e fornitori secondo gli indici di tempestività previsti dall’art. 33 d, lgs. n. 33/2013. Si tratta di un punto particolarmente critico, non solo per le scuole, ma in generale per le Pubbliche Amministrazioni italiane che tendono a sforare il limite di 30 giorni previsto dalla legge.
- Infine è richiesta la disponibilità di una piattaforma di e-procurement che oltre al costo, che potrebbe essere centralizzato dal MI attraverso la riesumazione di ME.PI., può comportare una serie di problemi per il suo utilizzo consapevole.
Quali scenari per il futuro?
È evidente che molte delle richieste sono in un certo senso fuori target per le scuole. La domanda che in molti si pongono è appunto questa: quante proveranno ad ottenere la qualificazione e quante riusciranno ad ottenerla? Ma soprattutto quali sono gli scenari possibili per il futuro?
Se, come è facile prevedere, soltanto poche scuole riusciranno ad accreditarsi, cosa accadrà a quelle che non riusciranno a farlo? E ancora, le scuole che avranno ottenuto la qualifica dovranno accollarsi la gestione delle gare di tutte le altre? In quel caso, potranno contare sul sostegno del MI ottenere le risorse necessarie a sostenere tale sforzo?
Per conoscere il punto di vista di Susanna Granello e Piero Petrucci basta dare un’occhiata al nostro webinar. Per farlo basta accedere all’area riservata del proprio istituto.