Vigilanza alunni: 3 errori (+1) che condannano il docente
Le responsabilità connesse all’obbligo di vigilanza sugli alunni possono essere davvero onerose per i docenti e per gli operatori scolastici in generale. Il rischio maggiore è ovviamente quello legato all’eventualità di dover rispondere delle proprie azioni davanti alla Corte dei Conti, con conseguenze economiche che possono essere anche importanti. Ma le eventuali condanne e le spese legali da sostenere sono solo una parte delle conseguenze legate a questa questione. In caso di procedimento anche lo stress emotivo rappresenta una componente non trascurabile. Ma è possibile evitare di ritrovarsi in situazioni spiacevoli legate alla culpa in vigilando?
Sì, se si evitano alcuni errori.
1° errore: ignorare il contenuto del protocollo di vigilanza
Ogni Istituto dovrebbe contare su un Regolamento di Vigilanza, deliberato dal Consiglio d’Istituto, contente le linee guida generali per l’organizzazione della vigilanza scolastica. All’interno del regolamento e dei Protocolli di Vigilanza devono essere definite in maniera chiara le disposizioni operative che docenti e personale scolastico in genere devono seguire per ottemperare agli obblighi derivanti dalla vigilanza sugli alunni. Ad esempio deve contenere indicazioni precise rispetto alla gestione di momenti particolari come l’ingresso e l’uscita da scuola o ancora organizzare la vigilanza durante l’intervallo e il cambio ora. Il personale scolastico non può non conoscere le procedure indicate nel regolamento poiché rappresentano il primo imprescindibile strumento di tutela, in quanto consentono di prevenire e/o contenere i rischi legati a possibili sinistri nei quali possono incorrere gli alunni.
Quindi il primo consiglio è: prendere visione sempre del Regolamento nella sua interezza e calare con scrupolosità tutte le indicazioni procedurali in esso richiamate nella propria attività quotidiana.
2°errore: non attivare le giuste procedure in caso di sinistro
Può capitare, però, che anche dopo aver seguito alla lettera le indicazioni contenute nel Regolamento di Vigilanza, il docente o il collaboratore scolastico si ritrovi indirettamente coinvolto in un sinistro. Le fasi immediatamente successive all’infortunio dell’alunno rappresentano uno dei momenti decisivi poiché non attivare le giuste procedure o agire in prima persona senza, ad esempio, richiedere l’intervento dell’addetto al primo soccorso, potrebbe avere conseguenze importanti in sede di giudizio.
Conoscere le procedure e non ignorarle, nemmeno nei momenticoncitati che possono seguire un sinistro, è quindi fondamentale.
3°errore: scrivere una relazione sui fatti auto accusatoria
La relazione che il personale scolastico ha l’obbligo di redigere e di consegnare al DS contiene le informazioni rilasciate subito dopo l’infortunio nonché l’intero set di dati ricognitivi relativi all’accaduto. Questo documento è necessario sia ai fini della gestione dell’infortunio a livello assicurativo, ma ha anche un’importante valenza difensiva in caso di un eventuale giudizio a carico dell’amministrazione scolastica e, in caso di condanna di quest’ultima, dell’operatore scolastico chiamato a rispondere davanti alla Corte dei Conti.
Si capisce bene, quindi, quanto sia fondamentale redigerla nella maniera più corretta possibile indicando tutti i dati necessari affinché sia completa ed esaustiva soprattutto per quel che riguarda gli elementi a discarico della responsabilità del docente e dell’amministrazione.
4°errore: non avere una polizza professionale adeguata
In caso di colpa grave il personale scolastico è chiamato a rispondere davanti alla Corte dei Conti. Il docente o il collaboratore interessato dovrà dunque sostenere un processo, con tanto di spese legali, e sarà eventualmente chiamato a risarcire l’Amministrazione Scolastica per il danno causato.
In questi casi l’unica cosa che davvero può rappresentare un valido strumento di difesa è una buona ed efficace polizza assicurativa professionale che sia in grado di coprire le spese relative alla rivalsa.
Tuttavia trovare dei prodotti specifici per queste categorie professionali è complesso. Molti dei prodotti disponibili sul mercato non sono studiati sulla base delle esigenze del personale scolastico e non rispondono ai bisogni concreti di docenti e ATA.
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